venerdì 9 gennaio 2009


Eccoci qui. Anzi, rieccoci qui. Anzi, ri-ri-eccoci qui. Spero che il mio terzo blog durerà più dei miei primi due!!

Ma stavolta c'è una ragione. Fra due settimane parto nella Repubblica Democratica del Congo, ho ricevuto una proposta da una ONG per andare a fare l'Head of Office (capufficio suona male) di una piccola città sul lago Tanganyka.

E quindi siccome non è come l'altra volta, quando partivo per Haiti, che le pratiche logistiche me le sbrigavano tutte le UN, adesso me la devo cavare io. Va bene, questa la riscrivo.

A differenza della scorsa missione, quando ero volontario delle Nazioni Unite ad Haiti, ora devo sbrigare tutte le pratiche burocratiche da solo, fra cui il visto.
O i visti, per dirla tutta. Il mio itinerario sarà infatti Roma- Addis Abeba-Kigali-Bujumbura. Poi da Bujumbura in macchina fino a Uvira, passando per Bukavu, capitale del Sud Kivu. Quindi siccome siete bravi e conoscete tutte le capitali del mondo, avrete già capito che devo avere i visti del Congo, del Ruanda e del Burundi. No!!! per l'Etiopia no!!! E' solo uno scalo!!!
Quindi mi sono informato, e appena rientrato dalla Francia, ieri mattina parto alla volta di Roma, per fare i visti d'entrata di Congo e Burundi, perchè per il Ruanda la procedura è solo online. In una Roma molto piovosa, incontro il secondo cancelliere dell'ambasciata congolese, sita vicino piazza Barberini. Entro nel suo ufficio e c'era anche un prete congolese che mi chiede se posso recapitare 2 libri a suo cugino che sta a Bukavu, visto che ci passo. Manco stesse aspettando me, 'sto prete. Comunque gli dico di sì, e ci diamo appuntamento all'aeroporto il 20 gennaio.
Il cancelliere congolese mi dà il modulo da riempire e mi chiede le foto tessera. Non faccio in tempo a scrivere il mio nome e cognome, che mi dice "Donnez-moi ça, je vois que vous ete un peu lent!" Minchia, e dammi il tempo!!!! Insomma, si riprende modulo, il passaporto e le foto tessera e mi dice di tornare fra una mezz'ora, e tutto sarà pronto. D'accordo, allora - mi dico - vado in quel bar a piazza Barberini dove ci sono dei tramezzini buonissimi.
A parte il fatto che i tramezzini non sono più buoni, anzi fanno schifo e che il bar si è allargato ed è diventato grandissimo, un quarto d'ora dopo il mio amico cancelliere mi chiama al telefono (ci eravamo scambiati i cellulari) è mi dice "tout est pret, je vous attends". va bene, dico io, se è tutto pronto, arrivo!!! Il mio primo visto africano!!!! Non ci posso pensare!!!!!! Salgo su, faccio le scale di corsa, lui mi riceve alla porta, mi fa vedere il mio passaporto con un grosso timbro su di una pagina, e mi pone una ricevuta che non varrebbe neanche a San Marino, e mi dice "ça fait 317". Lunga pausa. 317 che? Sono 317 euro, il visto di lavoro per sei mesi a entrate multiple. Ma come 317 euro? Ma chi ce le ha? E da lì comincia una contrattazione furiosa, da cui non cavo assolutamente niente, se non un'incazzatura del secondo cancelliere che prima mi dice "écoutez, ne me laissez pas parler, Dieu seul sait que c'est compliqué pour entrer chez vous", come se io fossi stato dietro il progetto politico degli accordi di Schengen, e poi mi dice "Et en tous cas c'est moi le chancellier, ou vous acceptez ça, ou pas di visa!". Eh vabbè, non ti incazzare, però cazzo, sono trecentidiciassette euro!!! Me lo potevi dire prima! Alla fine ci accordiamo, vado a prendere i soldi torno su, lui mi invita gentilmente in una stanzetta accanto (la cosa non sembrava per niente losca) chiude la porta, io tiro fuori i soldi e aspettavo il resto. Lui mi guarda e mi fa: "Il manqu'un euro, je le bouffe". Va bene, mangiatelo e strozzatici pure!!
Sono stato consolato dalla mia amica Maria, che è diplomatica maltese, e che conosce le "procedure" per avere un visto congolese, e mi ha detto che è così e che non ci si può fare niente. Bienvenu au Congo!

Nel pomeriggio sono andato all'ambasciata del Burundi, che però non è in centro, e lì me la sono cavata con 10 euro. Ho anche intravisto l'ambasciatore che è uscito dal suo ufficio con una fantastica camicia verde marino chiaro chiaro chiaro e gemelli dorati, polsino che gli copriva la metà della mano, alza il braccio e con un sorriso mi fa "Bonjour!". Sembrava la versione africana di Renato Rascel.

Per questa settimana è tutto, io sto leggendo un sacco di cose sul conflitto in Congo. Il mio lavoro consisterà nel coordinamento delle attività dell'organizzazione, lavorerò tanto con i rifugiati e gli IDP (sfollati, in italiano, sono i cosiddetti rifugiati interni perchè non hanno passato nessuna frontiera). Mancano ormai 10 giorni, e non vedo l'ora di arrivare in Congo.
Alla prossima!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

In bocca al lupo per il Congo!
Ma soprattutto, CORAGGIO: IL TUO TERZO BLOG SARà QUELLO BUONO!

Sara (immancabile e puntuale)

ale ha detto...

Crepi il lupo Saretta!!
Speriamo tu abbia ragione!!

Anonimo ha detto...

ale, quello stesso chancellier, e' quello stronzo che mi ha fottuto il certificato del vaccino per la febbre gialla, sostenendo di non averlo MAI ricevuto e dicendomi che potevo arrivare in congo TRANQUILLAMENTE con una fotocopia dello stesso. Cosi qui mi avrebbero chiesto MINIMO 50 dollari per chiudere gli occhi sulla fotocopia. sono terribili!
bella l'idea del blog...ma connettiti su skype che ti devo chiedere delle coseeeeeee!!!!!!!! besosss, eli