mercoledì 14 ottobre 2009

Sette di sera, non c'è luce. Menomale che la batteria del mio Mac è ancora buona.
Il capo mi ha chiesto un rapporto trimestrale narrativo e finanziario. Oggi.
Cioè, non proprio oggi, ma mi ha chiesto oggi di fare delle modifiche. E me le ha chieste oggi, per oggi. E sono tante. E li mortacci sua.
E' strana, ci infila sempre quelle parole di incoraggiamento tipo René Ferretti di Boris, ché a me mi viene da ridere.

Ieri ricevo un messaggio su Facebook, l'arma di distrazione di massa.
Il nome non mi era nuovo, ma davvero non riuscivo a capire chi fosse.
Apro il messaggio, e leggo confusamente. Spero di infilare il mittente in una coordinata tempo-spazio, di metterlo nella casella giusta, e finalmente di riuscire a capire chi cazzo è.
Dentro ci sono parole che una volta avrebbero avuto l'effetto della madeleine di Proust, firenze, via minzoni, deltachi, compagno di stanza. Adesso sono troppo lontane, anche i biscotti vanno a male.

E poi una su tutte, che avevo capito mi apparteneva, ma non riuscivo ad afferrarla.
Il Poster di Pippo ce l'ho ancora io, mi dice.

Il Poster di Pippo.

Come il Poster di Pippo? Chi sei, tu? Mi stai dicendo che il poster di Pippo era mio? Ero io quello che aveva il Poster di Pippo in camera?
Eh già, ero io. E' vero, io avevo un gigantesco poster di Pippo. Piaceva a tutti, ma soprattutto a lui. All'epoca a Firenze abitavo in un internato, poi è arrivato mio fratello, e nel '98 abbiamo preso un appartamento insieme.
Nella mia camera c'era un Pippo gigantesco, e avevo dimenticato che nel lasciare quella camera avevo regalato il poster a lui, a Roberto. Gli piaceva tanto.

Adesso Roberto è sposato e fa il dentista, mi racconta. Ha lasciato Firenze nel 2004. E recentemente si è trovato 'sto Pippo fra le mani e gli sono venuto in mente io. E io mi ero completamente dimenticato della sua esistenza. Però adesso mi ricordo che mi aveva fatto piacere regalargli Pippo.

E questo che c'entra con il fatto che faccio l'umanitario e che vivo in Congo e che la gente che legge questo blog si aspetta racconti fantastici su coccodrilli, hutu e tutsie e quanto è difficile vivere qui?

Non c'entra assolutamente niente. E' questo è il punto.
Vivere qui, in un continente straniero, dove niente ti assomiglia, è un po' vivere su un altro pianeta. Ora, alcuni ci stanno bene e ci restano, perchè non stanno bene sul loro pianeta. Altri arrivano qui per vedere cosa sono capaci di fare. Altri ancora perchè non sanno che pesci prendere.
Ma una volta che arrivi qui, questo conta poco. Perchè sei su Marte. Perchè incroci militari ubriachi, o anche sobri, ma che hanno un lancia razzi in braccio. E non è normale. Perchè non sai se il giorno avrai l'acqua o la luce.

E sei un extraterrestre per te stesso, perchè vivi dove niente ti assomiglia. Sei un extraterrestre per gli altri, perchè sei ricco, vieni da un paese ricco che è in pace e che però esporta la guerra in Africa. Poi se gli dici che sei italiano, magari si ammorbidiscono.

Poi arriva Pippo, o meglio Roberto, che ti riporta indietro di 10 anni. Che ti dice che eri uno stupido universitario con poca voglia di studiare, con un poster di Pippo, e che ti piaceva cazzeggiare con la tua chitarra in giro per le camere, e fumare sigarette in cucina, ché se s'incazzano si scazzano.

Ecco, magari non sono cambiato molto da allora, a parte che sono 3 giorni che non fumo.

Però datemi indietro Pippo.

Nessun commento: